La villa è stata costruita agli inizi degli Anni 30, commissionata dalla famiglia Necchi (Gigina e Nedda) e il marito della prima (Angelo Campiglio) all’architetto Portaluppi. Esponenti dell’alta borghesia industriale milanese (avente presente il marchio Necchi delle macchine da cucire?), i Necchi Campiglio diedero carta bianca a Portaluppi e non posero alcun limite di budget. Il risultato è impressionante. Lo stile, i materiali usati, gli impianti e le attrezzature realizzate sono moderni e innovativi. La piscina, riscaldata, è stata la prima piscina realizzata all’interno della città; per non parlare dell’ascensore che collega i piani della villa, il montavivande, i citofoni, i telefoni, le porte blindate.
I Necchi Campiglio non apprezzarono però fino in fondo il lavoro del Portaluppi e quando ritornarono in città dopo la seconda guerra mondiale, incaricarono un altro architetto, Tomaso Buzzi, di rivedere l’arredo di molte stanze in stile settecentesca. Il risultato non è stato a mio parere eccezionale; l’accostamento tra lo stile moderno e all’avanguardia del Portaluppi e l’arredo ricco e sfarzoso del settecento è di gusto dubbio, anche se anche il Buzzi ha utilizzato materiali e oggetti di enorme valore e pregio.
Purtroppo i Necchi Campiglio non ebbero figli e alla loro morte la villa venne lasciata in eredità al FAI che l’aprì al pubblico nel 2008, dopo anni di restauri.
Credetemi, se siete di Milano o ci passate ogni tanto, merita una visita! La cosa che mi è piaciuta di più? Sarò frivola, ma la cabina armadio, che contiene ancora tutto il guardaroba delle sorelle, è una passeggiata nell’alta moda dell’epoca!
Ecco un po’ di foto che ho trovato sul sito del FAI: http://www.fondoambiente.it/. Non sono riuscita a farne di mie ma queste sono meglio!
Hall d'ingresso |
Biblioteca |
Bagno privato |
Giardino d'inverno |
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