Sabato sera ho visto al cinema "Il cigno nero", psico-thriller molto coinvolgente con una bravissima Nathalie Portman nel ruolo di una ballerina dalla doppia personalità, cigno bianco e cigno nero appunto. Fino al prevalere della seconda sulla prima, delle allucinazioni sulla vita reale, del male sul bene per giungere al tragico epilogo che emula il finale del balletto.
Domenica ho visto in chiesa una signora anziana accompagnata dalla badante. Era talmente curva che da dietro non si vedeva la testa, quasi che il cappotto stesse in piedi da solo, come una marionetta a cui qualcuno avesse tolto il capo. Mi ha ricordato un cigno con il collo piegato in avanti, chiuso ormai in se stesso e nel suo destino di malattia e di morte.
Anche mio padre negli ultimi mesi di vita si era incurvato talmente che quando era seduto non riusciva ad appoggiare la testa allo schienale del divano. Si era come accartocciato su se stesso, come per non disperdere le poche energie rimaste. Il mio piccolo cigno ...