venerdì 21 dicembre 2012

Buon Natale!

Ciao a tutti

sono un po' sparita nelle ultime settimane, causa lavoro che ha assorbito ogni mia energia. Ma prometto (ecco il primo proposito per il nuovo anno:-))) di essere più presente sulla "blogosfera" nel 2013.

Auguro a tutti voi un sereno periodo di feste da trascorrere con le persone che amate di più. E soprattutto ...


BUON ANNO!!!!


lunedì 19 novembre 2012

L'indice della paura




Titolo: L'indice della paura
Autore: Robert Harris
Edizioni: Oscar Mondadori
Prezzo: euro 10

Oggi recensirò un libro di un genere diverso da quelli soliti. Si tratta di un libro di suspence, un thriller ambientato nel mondo della fisica e della finanza più spietata. L’indice della paura, di Robert Harris (autore, tra gli altri, di Fatherland, Enigma, Pompei) descrive le ultime 24 ore della vita di Alex Hoffman, fisico di successo prestato ai mercati finanziari, e della sua creatura, il sistema Vixal-4 a cui Hoffman ha dedicato molti anni di lavoro. Vixal-4 è un programma di intelligenza artificiale che, basandosi su informazioni pubbliche di ogni tipo e sugli indici di borsa (in particolare sul VIX, l’indice di volatilità, più comunemente conosciuto tra gli addetti al settore come indice della paura), dovrebbe auto-istruirsi ogni giorno e essere così in grado di superare i limiti umani, generando transazioni anche “spericolate” sui mercati e macinando profitti senza fine anche in momenti di crisi. Il sistema è nella fase finale di test, tutto sta funzionando alla perfezione e il giorno seguente è prevista la presentazione agli investitori, un gruppo di cinici e arroganti miliardari desiderosi di investire parte delle loro fortune nel sistema più innovativo del mercato. Alex è nel suo studio e sta compiendo le ultime verifiche, quando si accorge che qualcuno è entrato in casa di nascosto. Terrorizzato che lo sconosciuto possa far del male alla moglie, Alex lo insegue e cerca di neutralizzarlo ma viene aggredito e gettato a terra con un colpo alla testa. Quando si risveglia la polizia è già arrivata sul posto e la moglie è al suo fianco e cerca di tranquillizzarlo.  Qualcosa non torna: com’è stato possibile superare il rigido sistema antifurto che protegge la villa? La polizia riferisce che il sistema è stato disattivato tramite l’uso dei codici di accesso, codici che nessuno conosce a parte Alex e l’addetto alla sicurezza. Come ha fatto il sinistro personaggio a recuperarli? Per Alex l’aggressione è solo l’inizio dell’incubo, un incubo che durerà 24 ore e che trascinerà anche i lettori in un abisso apparentemente senza fine e senza via di scampo. Chi sta spiando la vita del fisico e della sua famiglia? E come mai il Vixal-4, il giorno seguente, è fuori controllo, non risponde ai comandi e sembra conoscere in anticipo tutti i fatti che succedono nel mondo (tra cui un tragico attentato a un aereo di linea)?
Il libro è avvincente dalla prima parola all’ultima. Ci credete se vi dico che l’ho comprato in aeroporto prima di un viaggio  Milano-Parigi e l’ho letto quasi tutto (mi mancavano le ultime 50 pagine) sul volo di andata e su quello di ritorno (sono 280 pagine)? Non riuscivo a staccarmi, è una storia troppo travolgente e volevo sapere come poteva concludersi. In alcune parti la lettura non è agevole, un mix di alta finanza e fisica quantistica, ma si tratta di poche righe. Il resto del libro è un vortice continuo di scoperte, emozioni e adrenalina. E il finale non lascia delusi.
Conoscete questo autore? Vi piacciono i libri di suspence o i thriller? Qual è il vostro preferito?

domenica 28 ottobre 2012

Italia o estero? e il libro Mad in Italy

Fino a pochi anni fa ero un’esterofila convinta. Ho anche vissuto alcuni anni all’estero (in Europa) dopo la laurea e tuttora ritengo sia stata la migliore esperienza professionale della mia vita. Una volta pensavo che tutto quello che trovavi al di fuori dei nostri confini fosse migliore di ciò che esisteva in Italia e che nel nostro paese le uniche cose di valore fossero arte e cibo.
Oggi ho cambiato molto la mia prospettiva. Questo non vuol dire che all’improvviso io non veda i problemi dell’Italia (tanti) e le migliori opportunità che si possono trovare fuori (molte). Ancora oggi penso che un anno a New York o a Hong Kong siano un’esperienza che farei di corsa e con entusiasmo, e che i self-made men siano una categoria che nasce e si sviluppa solo al di fuori dell’Italia.
Oggi però so che se un giorno partorissi una buona idea imprenditoriale e lanciassi l’attività dei miei sogni (tante idee in cantiere per ora ma poca concretezza ahimé), vorrei farlo proprio qui,in Italia, possibilmente tornando verso i luoghi delle mie origini, in Piemonte, a contatto con le mie radici e la mia terra. Anni fa mio padre comprò in un mercatino un termometro per la casa, poggiato su una mattonella che riportava questa scritta “non cercare la gioia nelle cose lontane”. Una volta pensavo che proprio lontano avrei trovato il mio futuro. Oggi invece lo vorrei costruire qui, nonostante le difficoltà maggiori che il nostro Paese “offre” ai giovani e a chi ha voglia e modo di sviluppare qualcosa in proprio.

Recentemente è stato pubblicato da Rizzoli ETAS il libro Mad in Italy, 15 consigli per fare business in Italia nonostante l’Italia di Giampiero Cito e Antonio Paolo, due tra gli ideatori e responsabili del progetto Mad in Italy.  "L’idea di Mad in Italy è proprio quella di valorizzare, promuovere e far conoscere le idee imprenditoriali di successo realizzate in Italia, dando spazio a tutti coloro che si sentono Mad e che hanno una storia da raccontare: la storia della genesi e della realizzazione della propria idea d’impresa".
Nel libro ogni capitolo è dedicato a un consiglio e alle storie esemplari di grandi e piccoli imprenditori italiani che sono riusciti a metterlo in pratica e lanciare un’attività di successo nel nostro paese. Da Ferrero, a Bianchi, a Grom, viene raccontata la loro avventura e lo spirito che l’ha caratterizzata. Uno spirito di innovazione e di voglia di fare, ma soprattutto di autentica passione.
 
Titolo: Mad in Italy - Quindici consigli per fare business in Italia. Nonostante l'Italia
Autore: Giampiero Cito e Antonio Paolo
Editore: Rizzoli Etas
 
 
"E' la speranza vera, autentica, che viene dal leggere queste storie di imprenditori illuminati che tosti, capaci, tenaci hanno sfidato le intemperie dei mercati partendo dall'unica piazza che a loro sta a cuore veramente, che conoscono e apprezzano: quella di casa loro. Un grande inno alle doti vere di noi italiani: un popolo di naviganti, poeti... E sognatori."
 
E voi cosa ne pensate del nostro Paese e delle possibilità che offre o no ai giovani e a chiunque voglia fare impresa? Siete esterofili o nazionalisti?

lunedì 15 ottobre 2012

Recensione: La cugina americana



Titolo: La cugina americana
Autore: Francesca Segal
Edizioni: Bollati Boringhieri

 "Nella rotazione delle messi, esisteva una stagione precisa per l'avena selvatica, ma non veniva seminata più d'una volta".

Il romanzo inizia con questa frase e solo alla fine del libro ne cogliamo il significato profondo.
La cugina americana è un libro che mi ha attratta da subito, appena lette la quarta di copertina e le prime righe (questo è un mio vezzo, prima di comprare un libro, ne leggo sempre le prime due pagine, solo così capisco se mi attira davvero).
È un romanzo d’amore ma non solo. È anche la precisa descrizione di una comunità, quella ebraica, ricca e borghese di Hampstead nel nordovest di Londra, e delle sue severe regole e tradizioni.
Adam Newman e Rachel Gilbert sono fidanzati da quando avevano sedici anni; hanno appena annunciato il matrimonio, quando nella loro vita fa la sua comparsa la cugina di Rachel, Ellie Schneider, di ritorno da New York dove ha vissuto molti anni sola con il padre dopo la tragica morte della madre in un attentato in Israele. Ellie fa la modella e la sua vita è l’esatto contrario di quella della cugina: trasgressiva, eccentrica, ribelle, Ellie porta con sé un bagaglio di vecchie cicatrici, anni trascorsi allo sbando, storie sbagliate, droga e tentativi di autodistruzione.
Per Adam e Ellie è colpo di fulmine al primo sguardo anche se Adam cerca di celare la sua infatuazione a tutti e a se stesso in primis. La presenza di Ellie, accolta come un figliol prodigo dalla nonna Ziva, l’unica veramente legata alla giovane, sconvolge le tranquille esistenze e gli equilibri della comunità. Adam cerca di evitarla il più possibile per non scatenare le sensazioni di desiderio e gelosia che si impossessano di lui alla sola vista della ragazza e preme su Rachel per anticipare il matrimonio, pensando di sentirsi al sicuro una volta pronunciati i voti di fedeltà.
Quando Ellie si trasferisce a Parigi per lavoro e per fuggire alle cronache scandalistiche per un vero o presunto flirt con un noto personaggio televisivo, tutto sembra più facile da gestire e Rachel e Adam arrivano senza più incertezze (di Adam) alle nozze. Ma è da poco terminata la luna di miele che succede l’inatteso; mentre la società del padre di Rachel, Lawrence (dove lavora lo stesso Adam), si trova in grandi guai finanziari a causa di un investimento mal gestito, nonna Ziva viene ricoverata d’urgenza per un ictus e chiede il rientro dell’amata nipote Ellie al suo capezzale.
Ellie e Adam si ritrovano in ospedale e il desiderio da tempo combattuto e controllato non incontra più freni. Dopo il tradimento Adam decide di parlare a Rachel per lasciarla ma temporeggia in cerca del momento. Lo strano atteggiamento del genero non sfugge però a Lawrence che, vista minacciata la serenità di Rachel e di tutta la famiglia, decide di agire “per il bene di tutti” e organizza il rientro di Ellie a New York.
Riusciranno i due amanti a superare gli ostacoli e a ritrovarsi o i tentacoli della comunità si attorciglieranno intorno a loro per separarli per sempre?
Non vi svelerò il finale (vi toccherà leggere il libro:-))); vi dico solo che questo romanzo non ha tradito le mie attese e l'ho letto d'un fiato.
Dettagliata e precisa la descrizione dei personaggi e del loro carattere. Bella l’ambientazione nella comunità ebraica londinese e nelle sue complesse tradizioni e regole dove “i figli dei sopravvissuti tendono a crearsi un senso di sicurezza con la routine e con una cerchia strettissima di amici, dopo che una generazione ha visto crollare il mondo”.
Il titolo originale è The Innocents e la domanda che mi sono posta alla fine del libro è chi dei tanti personaggi sia veramente innocente: Adam il marito traditore, Ellie, ragazza fragile dal passato ambiguo, Rachel, rigida e perfettamente integrata nei valori della sua comunità, Lawrence e la famiglia, ricchi di buoni propositi ma cauti manipolatori (“Tu proteggerai Rachel e farai la cosa giusta per tutti”)? A voi la risposta se leggerete il romanzo.
Nota sull’autrice: Francesca Segal è figlia di Eric, autore di Love Story: un cognome una garanzia!

mercoledì 10 ottobre 2012

Ma l'amicizia tra uomini e donne esiste?

"L’amicizia tra uomo e donna non esiste perchè il sesso ci si mette sempre di mezzo”.
Era il 1989, era Harry ti presento Sally, commedia insuperabile sull’amicizia (o non amicizia) tra uomo e donna.
Harry e Sally si conoscono 10 anni prima, si perdono di vista più volte, si ritrovano, diventano “migliori amici”, si innamorano e alla fine si sposano (“con una grande torta di cocco con il cioccolato, ma il cioccolato a parte, perchè si sa, non a tutti piace sulla torta”)
Ma non sempre succede così. Può capitare di restare amici per tutta la vita, di litigare e di separarsi o che uno dei due si innamori non corrisposto dell’altro/a. Quest’ultima è la mia storia e io sono quella che non si è innamorata. L’amicizia è rotta e restano solo tante domande, dubbi, sensi di colpa anche, imbarazzi e disagi.
L’amico in questione non si rassegna (e questa è la parte difficile da gestire) ed è convinto che mettendomi sotto pressione io cambi idea (chi glielo dice che non si tratta di cambiare idea ma di emozioni?) e gli amici si dividono sulle parti da prendere.  Alcuni pensano che è naturale che finisca così, l’amicizia tra uomo e donna non esiste, altri dicono che la colpa è mia perchè l’ho incoraggiato (uscire con un amico quando pensi che ci sia solo amicizia è un reato??), altri ancora sono convinti che sono stata cieca fin dall’inizio (e qui parliamo di ben 12 anni...mi servono occhiali speciali?!).
Io mi sento frastornata e le domande sono tante. Davvero l’amicizia tra uomini e donne non può esistere? Ho sbagliato a condividere tanto con colui che ritenevo il mio migliore amico? Le cose torneranno come prima un giorno o la nostra amicizia resterà solo un ricordo?
Voi che ne pensate? vi è mai successo di trovarvi in una situazione così? come l'avete gestita?


Immagine tratta da Harry ti presento Sally



lunedì 8 ottobre 2012

Orticolario e riflessioni varie sulle piante

Sabato sono stata a Villa Erba, a Cernobbio per la mostra floristica Orticolario.

La passione dei fiori l'ho ereditata da mia mamma (che conosce anche i nomi in latino delle varie specie...aiuto!) e sul mio balcone c'è un tripudio di verde. A differenza però di mia mamma che ogni giorno ci dedica cure e attenzioni, io, causa la cronica mancanza di tempo, riesco solo a bagnarle ogni tanto e così il balconcino a poco a poco si sta trasformando in una giungla senza forma (anche perchè tutte le mie piante hanno la tendenza a espandersi in maniera incontrollata creando delle sorti di liane che si attorcigliano tra loro e arrivano fino ai terrazzini dei vicini di casa). Devo decidermi a potarle, anche perchè un giorno o l'altro il gatto potrebbe usarle proprio come fune per calarsi e fuggire....:-))).
A proposito di potatura, è questa la stagione giusta o è troppo tardi? Voi avete il pollice verde?

Ma torniamo a noi, a Orticolario. Magnifica la cornice della villa e del lago e ottima l'organizzazione della mostra (Orticola di Lombardia non si smentisce mai!). L'edizione di quest'anno era dedicata alle orchidee, un fiore che io amo e odio allo stesso tempo; ne comprerei a centinaia ma non lo faccio perchè immancabilmente non riesco a farne sopravvivere nemmeno una (ecco il motivo del mio odio). Avete consigli da darmi in merito?

Ho approfittato della bella giornata per fare qualche foto, ve ne lascio un assaggio.
Buon inizio settimana a tutti


Ingresso Villa
 
Ortensie e Iris


Installazione nel parco


Che bel messaggio!



Ibiscus a foglia semplice



Astri



Realizzato in ferro, stupendo!

Panorama




Ecco, di questo non ricordo il nome ma lo trovo splendido!



mercoledì 3 ottobre 2012

Il linguaggio segreto dei fiori



Titolo: Il linguaggio segreto dei fiori
Autrice: Vanessa Diffenbaugh
Edizioni: Garzanti
Come dicevo in altri post, non sono molto incline a comprare i libri “all’ultimo grido”; anche quando mi attirano molto, aspetto di solito che passino i primi mesi di euforia (in cui leggo commenti e recensioni) e poi li acquisto. Così è stato per Il linguaggio segreto dei fiori, un libro che mi ha attirato dal primo minuto in cui l’ho visto in libreria. Però l’ho comprato solo recentemente e ho finito di leggerlo ieri. L’ho letto d’un fiato e mi è piaciuto, anche se forse mi aspettavo qualcosa di più.
Victoria, abbandonata alla nascita, passa da una famiglia adottiva all’altra fino a finire in una comunità di ragazze sole, da cui se ne va solo al compimento dei 18 anni. In realtà una madre adottiva a cui lei si è affezionata esiste, si chiama Elisabeth, e con lei Victoria ha trascorso l’anno più bello della sua vita. Fino a quel maledetto giorno. Non vi svelerò nulla, ma il disastro di una sera d’autunno, disastro causato intenzionalmente dalla stessa Victoria, influirà sul futuro di tutti i protagonisti del romanzo.
Terrorizzata dal contatto fisico e incapace di costruire una qualsivoglia relazione con le persone che la circondano, dopo aver lasciato la comunità, Victoria si trova a vivere senza fissa dimora dormendo nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. La sua unica distrazione sono i fiori, che coltiva di nascosto proprio nel parco, seguendo gli insegnamenti di Elisabeth. I fiori sono l’unico modo per Victoria di comunicare le proprie emozioni. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Quando trova lavoro nel negozio di fiori di Renata, può finalmente dedicarsi alla sua passione e ben presto le sue conoscenze sui fiori e il suo animo sensibile fanno di lei la fiorista più richiesta in città.
Al mercato dei fiori Victoria si imbatte in Grant, un ragazzo misterioso che sembra conoscere tutto di lei. Scopriremo nel romanzo che Grant è il nipote di Elisabeth, il figlio della sorella Catherine, legata a Elisabeth da un profondo sentimento di amore e odio che influenzerà  anche la relazione tra Victoria e la madre adottiva e porterà la ragazza a compiere l’irreparabile. Victoria non sa se Grant è a conoscenza del suo segreto e non glielo svela. I due si innamoreranno, ma alla nascita di una bella bambina, tutti i conflitti mai risolti di Victoria e la sensazione di inadeguatezza che la pervade da sempre, la porteranno ad abbandonare la piccola al padre e a fuggire. Ma si può fuggire per sempre? No, e un giorno Victoria decide di affrontare finalmente tutti i fantasmi del passato. Riuscirà a farsi perdonare da Elisabeth e ritrovare l’unica madre che abbia mai amato? Grant ne vorrà ancora sapere di lei? Sarà una brava madre o fallirà come è successo in passato?
Tutto viene svelato nel finale. Il libro è un continuo avanti e indietro tra presente e passato, tra Victoria bambina a casa di Elisabeth, e Victoria donna e madre oggi. Il segreto viene svelato solo nelle ultime pagine e questo tiene il lettore incollato al libro, capitolo dopo capitolo.
 E’ una storia avvincente e scorrevole, con un buon ritmo di racconto dall’inizio alla fine. Ciò che mi è piaciuto di meno è proprio il personaggio di Victoria. Anche se giustificata da un’infanzia di sofferenza, Victoria sembra una bambina pestifera e insopportabile prima e una donna totalmente incapace di prendere in mano una volta per tutte le redini della sua vita e smettere di causare dolore a se stessa e agli altri. È un personaggio che a me non ha ispirato simpatia, anzi mi ha innervosita in molte parti del romanzo.
A parte questo però ho trovato il racconto molto carino e originale.
Qualcuno di voi lo ha letto? Che ne pensate? Vi ispira?
Una curiosità: il libro è stato stampato con quattro copertine che rappresentano fiori dal significato diverso. Non si può scegliere la copertina ma bisogna lasciare che sia il caso a guidarci. A me è capitata la Rosa rosa (grazia). Gli altri fiori sono Gerbera (allegria), Bouganvillea (passione), Camomilla (forza nelle avversità). Alla fine del libro trovate il dizionario dei fiori con il significato di tutte le piante (l'autrice l'ha compilato durante la stesura del romanzo, basandosi su libri anche ottocenteschi).
 Una nota sull'autrice: Vanessa Diffenbauch ha scritto il romanzo basandosi sulla sua esperienza di madre adottiva. Vanessa ha due bambini suoi ma ha avuto in affido nel corso degli anni tantissimi bambini disagiati. Grazie a questa esperienza, ha creato anche un'associazione Camellia Network che aiuta i bambini meno fortunati a ricevere l'aiuto che meritano e crescere protetti.

mercoledì 19 settembre 2012

Il Sudafrica e il libro "Un arcobaleno nella notte"

Alcuni di voi mi hanno chiesto di raccontare qualcosa in più sul Sudafrica; mi rendo conto che il mio ultimo post era un po’ scarso di informazioni ma la testa era ancora in vacanza e non sono riuscita a scrivere granchè.
Per parlarvi di questo magnifico stato africano, mi servo dell’aiuto di un libro bellissimo che ho letto prima di partire e che mi ha permesso di conoscere la storia e le vicissitudini di un popolo e di un paese lontano da noi e di cui anche in passato abbiamo sentito parlare poco. Il libro è Un arcobaleno nella notte di Dominique Lapierre (il Sudafrica è tra l’altro chiamata la nazione arcobaleno e la sua bandiera è in effetti un tripudio di colori).



Il libro narra la storia dello stato africano, dall’arrivo dei primi migranti bianchi nel XVII secolo alla liberazione di Mandela e ai giorni nostri.
I primi olandesi (i boeri) sbarcarono nella punta sud del Sudafrica, all’altezza di Città del Capo con il compito specifico di sfruttare il buon clima per la coltivazione di frutta e verdure che avrebbero aiutato a sconfiggere lo scorbuto che stava causando la moria di buona parte degli equipaggi delle navi della Compagnia delle Indie orientali. Supportati dalle idee calviniste e dall’ideale della Terra Promessa, i boeri non si fermarono però sul Capo com’era previsto ma cercarono di spostarsi verso l’interno per conquistare aree agricole sempre più grandi e stabilire attività più proficue come l’allevamento e la caccia. Ovvi sono stati i primi scontri con gli indigeni, scontri che sono proseguiti per più di un secolo, causando migliaia di vittime, soprattutto tra gli africani impreparati all’uso delle armi del popolo olandese.
Ma la guerra tra i boeri e gli indigeni non è stata l’unica a insanguinare il territorio sudafricano nei secoli scorsi. L’arrivo degli inglesi, guidati da mire espansionistiche prima e da interessi economici poi, con la scoperta dei primi giacimenti di diamanti (una curiosità: il primo diamante sudafricano, di parecchi carati, è stato scoperto sotto la casa di una famiglia di contadini olandesi, tali De Beers. Vi dice nulla il nome?), scatenarono contrasti via via più accesi con i boeri, che dal canto loro, non volevano cedere alcun ettaro di terreno all’eterno nemico inglese. La tensione tra i due popoli crebbe anno dopo anno fino a sfociare nella guerra anglo-boera, che portò a enormi perdite sui due fronti e alla vittoria, sofferta, finale degli inglesi. Durante i negoziati che seguirono gli Olandesi ottennero comunque di mantenere una certa autonomia e di conservare l’uso dell’afrikaans (una lingua derivata dall’olandese ma con influenze tedesche e locali), diventata ormai il loro simbolo di lotta per l’indipendenza.
Se gli inglesi avevano una visione più liberale dell’integrazione con i neri e volevano estendere il diritto di voto anche al popolo africano, gli olandesi, anche in seguito all’accresciuta povertà successiva alla guerra con i britannici, si strinsero sempre più nei loro ideali di “razza prediletta” e inasprirono tutte quelle leggi che sarebbero tristemente passate alla storia come apartheid. E qui si arriva al secolo scorso e alle lotte che hanno caratterizzato la storia sudafricana fino agli anni Novanta. Impressionante la visita, a Città del Capo, del museo del District 6, il distretto cittadino che in pieno apartheid fu dichiarato per soli bianchi con la conseguenza di intere famiglie sradicate dall’area interessata e condannate a vivere nelle township o baraccopoli della periferia. I cartelli “riservato ai soli bianchi” o “divieto di accesso ai neri e ai coloured pena l’applicazione di severe sanzioni” si sprecano in quegli anni.
La lotta per la libertà delle persone di colore produrrà eroi come Biko o lo stesso Mandela che però dovranno scontare anni di persecuzione e prigionia.
Mandela fu liberato nel 1990 e oggi il governo del Sudafrica è guidato dall’ANC (African National Congress). Tuttavia le differenze restano e la sensazione, quando si visitano le città, è ancora di una totale separazione tra bianchi e neri. I quartieri bianchi si presentano blindati, con le case recintate da alti muri e da filo spinato elettrificato; a fianco le township immense con le baracche in laminato e le strade non asfaltate. Ci vorrà probabilmente più di una generazione prima che queste differenze possano dirsi superate.
Una scritta appare sul molo di Capetown, vicino alle statue di Mandela e di altri tre personaggi e altrettanti premi Nobel per la Pace (Albert Luthuli, Desmond Tutu e FW de Klerk), un augurio che speriamo duri nei secoli:
“Never, never and never again shall it be that this beautiful land will experience the oppression of one by another”.


lunedì 10 settembre 2012

Sono tornata!

Ciao a tutti
come state? spero abbiate passato delle belle vacanze.
Le mie sono state fantastiche, anche se non riposanti (:-(). Come molti hanno indovinato, sono stata in Sudafrica, un paese meraviglioso. Ho fatto un tour organizzato di 15 giorni e ho visto posti incredibili. La cosa che mi ha ovviamente colpita di più è la natura (le città, Capetown a parte, sono trascurabili; se vi capita di fare un viaggio in Sudafrica prevedete una full immersion di sola natura, non resterete delusi!): si passa dalla savana e dai big five (che finalmente ho capito quali sono: leone, leopardo, bufalo, elefante, rinoceronte) dei parchi (Kruger in testa), ai pinguini e alle balene della costa meridionale. Ogni giorno un paesaggio diverso, fiori mai visti (il patrimonio floristico del capo è diverso da quello del resto del mondo), albe e tramonti dai colori profondi e caldi, volti e sorrisi, profumi intensi che ti restano dentro anche quando sei già tornato alla base.
Potrei parlarvi di questo paese e di quello che ho visto per ore, ma non mi sembra il caso. Preferisco condividere con voi alcune foto:


Non vi sto neanche a dire che il mal d'Africa ha colpito anche me...lo potete immaginare guardando solo le poche foto che ho postato. Chissà quando riuscirò a tornarci...
E voi cosa avete fatto di bello? mare o montagna o località esotica?
Attendo i vostri racconti!

Buon inizio d'anno!!!

mercoledì 8 agosto 2012

Buone vacanze!!!

Cari tutti

volevo augurarvi di cuore Buone vacanze, ovunque siate e ovunque andiate. Spero sia per voi un periodo rigenerante per il corpo e lo spirito e vi ricarichi di energia!

Io, per la prima volta dopo tanti anni di vacanze più o meno stanziali ma comunque vicine, farò un viaggio in un paese esotico e lontano, una meta che sogno da sempre e che per un motivo o l'altro non ho ancora visitato.
Vi lascio con un collage di immagini di questo paese: chi indovina dove vado?? Un aiuto in più: negli ultimi giorni sta anche nevicando, una cosa rarissima da quelle parti...Dai adesso è facile!!!

Un abbraccio


giovedì 2 agosto 2012

Premi!

Sono contentissima, ben tre di voi mi hanno assegnato un premio nell'ultima settimana!
Quindi grazie di cuore a Raffaella di Mammamimmononsolo e Futura di Piccolissima Nini for Chef che mi hanno assegnao il Versatile Blog Award e a Elisa de La lettrice rampante che mi ha dato il Liebster Blog Award.
E qui si presenta un problema; siccome entrambi i premi prevedono che io vi racconti qualcosa di me (7 cose per il Versatile blog award e 11 per il Liebster), ho deciso che ve ne racconto direttamente 11 e vale per entrambi:-))! Quindi, ecco qui le 11 cose che non sapete di me:

1. Non sono una ragazzina (non vi dirò mai la mia età - :-)))) -ma ho da poco superato un traguardo importante
2. Vivo in una grande città ma sono nata e cresciuta in un paesino di campagna, dove sogno di tornare a vivere (piano B?)
3. Non sono vegetariana ma vorrei tanto riuscire a diventarlo, per motivi soprattutto etici e di impatto ambientale (anno, scolastico, nuovo, chissà vita nuova)
4. Ho un gatto di otto anni che è gelosissimo di me e mi fa le scenate isteriche ogni volta che non gli dedico sufficienti attenzioni
5. Ho fatto corsi di guida veloce e su pista ma ho ancora problemi con il parcheggio (sono una donna dopo tutto:-))
6. Mentalmente vorrei fare mille cose ma fisicamente sono pigra quindi i miei propositi naufragano 9 volte su dieci
7. Il sogno della mia vita (forse lo avevo già scritto in un altro post) è di produrre il vino. Il problema è che ci vogliono molti soldi, quindi...sono aperta alle sovvenzioni e finanziamenti (a fondo perso ovviamente:-))
8. Non ho ancora un tatuaggio (nota bene: ancora). Vi aggiornerò in autunno
9. Adoro gli smalti colorati, i tacchi alti e i rossetti rossi, ma passo la maggior parte delle giornate senza trucco e in ballerine!
10. Non sopporto l'arroganza in tutte le sue forme, i Suv inquinanti e le persone false
11. Amo viaggiare, leggere, andare in bicicletta nel verde, vedere gli amici e godermi la vita!

E ora rispondo anche alle 11 domande che mi ha posto Elisa per il Liebster Blog Award:
  1. Ti ricordi qual è stato il primo libro che hai letto? Questa domanda mi ha messo in seria difficoltà; leggo tantissimo da quando ero piccolina, grazie a mia mamma ho tra l'altro iniziato a leggere prima di andare a scuola, per cui già divoravo libri da quando avevo 5 anni. Purtroppo però ho una memoria terribile per cui non ricordo bene quale è stato il primo libro che ho letto, diciamo che la palma d'oro se la contendono Heidi e Anna dei tetti verdi (da cui fu tratto il cartone Anna dei capelli rossi).
  2. Scoppia un incendio nella tua libreria. Puoi salvare solo 3 libri. Quali salvi e perché? Salverei un grande classico, I promessi sposi del Manzoni, che ho adorato, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen e un libro più recente, La sposa liberata, di Abraham Yeoushua, che ho letto ben due volte nel giro di pochi mesi.
  3. Con quale scrittore/scrittrice (vivente o defunto) ti piacerebbe andare a cena fuori? Non vorrei ripetermi ma Jane Austen
  4. Qual è il libro che ti piacerebbe aver scritto? Un giorno perfetto di Melania Mazzucco
  5. Quale è il libro più brutto che hai letto? Non me ne voglia l'autrice ma Tutta colpa del tacco 12 che ho letto, faticosamente nonostante sia un romanzo femminile, è terribilmente noioso e banale.
  6. Hai mai usufruito del book crossing? No, cos'è?
  7. Dove acquisti generalmente i tuoi libri? In libreria anche se ultimamente mi piace anche ordinarli via internet
  8. Leggi gialli? se sì, chi è il tuo investigatore/investigatrice preferito/a? Di solito non leggo gialli, per cui non saprei rispondere a questa domanda
  9. Ti capita mai di giudicare le persone da quello che leggono? No, però diciamo che parto prevenuta con quelli che non leggono nulla
  10. Qual è la tua copertina preferita?  Acciaio di Silvia Avallone, ammetto di averlo comprato per la copertina (ma poi mi è piaciuto moltissimo)
  11. Qual è l'ultimo libro che hai acquistato? Storia di una fattoria africana di Olive Schreiner (per prepararmi al mio prossimo viaggetto...ma non vi svelo nulla ora:-))).

E ora tocca a me!! Assegno a Elisa de La lettrice rampante il Versatile Blog Award
Ed ora passiamo al Liebster blog Award. Prima le regole:



Con questo award vengono premiati i nuovi bloggers che hanno meno di 200 follower. Le regole sono le seguenti:
  1. Ogni persona deve raccontare 11 cose di sè.
  2. Deve rispondere ad 11 domande che gli ha fatto chi gli ha dato l'award e inventarne altre 11 da sottoporre ai blogger che vorrà premiare a sua volta.
  3.  Scegli 11 blogger da premiare ed elencali nel tuo post.
  4.  Dì loro che li hai premiati.
  5.  Ricorda, non puoi ridare l'award a chi te l'ha dato.

E the winners are:

Silvia di  The Green Silvia perchè condivido la filosofia del suo blog e di vita
Futura di Piccolissima Nini for Chef per l'entusiasmo che traspare dai suoi post
Margherita di Nulla di preciso perchè i suoi consigli sui film e sui libri sono preziosi
Olivia di Diario di una single sotto copertura perchè la conosco ed è una persona stupenda
Silvia di Rumore di fusa per i suoi preziosi consigli per i nostri amici felini
Tiziana de La biblioteca dei miei sogni perchè legge e recensisce tantissimi bei libri
Lidia di Un gatto rosso e altri ingredienti perchè i suoi fumetti sui gatti sono eccezionali
Sonia de Il ghirigoro perche con lei condivido la passione per i libri e Harry Potter 
Sognatrice a bordo perchè scrive benissimo
La gatta di Una gatta in cucina perchè solo leggendo il suo profilo mi sono innamorata del suo blog
Giada di L'orto di Giada perchè il suo orto produce cose meravigliose

Ed ecco le mie 11 domande per loro:
1. perchè avete deciso di aprire un blog?
2. qual è il vostro sogno nel cassetto?
3. quello che fate attualmente come lavoro rispecchia i vostri sogni o vi permette solo di pagare le bollette?
4. c'è qualcosa di importante nella vostra vita che rifareste di sicuro o che non rifareste mai?
5. quanti libri leggete in un anno?
6. avete uno scrittore "culto" di cui non vi perdete neanche un romanzo?
7. qual è il libro che più avete amato? e quello che proprio non consigliereste a nessuno?
8. mare o montagna? città o campagna? dove vi piace più trascorrere le vacanze e vivere?
9. avete animali domestici o ve ne piacerebbe averne uno?
10. vegetariane o onnivore?
11. qual è il vostro piatto preferito?

Spero che questi premi vi facciano piacere! aspetto i vostri post con le risposte!


mercoledì 18 luglio 2012

Il film: Paradiso amaro




Qualche giorno fa ho visto Paradiso Amaro (The Descendants), nella rassegna Arianteo (Cinema all’aperto) di Milano, presso la magnifica cornice del Castello Sforzesco (escluso il fattore zanzare fameliche, che ormai resistono anche agli spray tropicali, l’atmosfera era davvero magica).
Il film, che vede protagonista un Clooney che proprio per questo ruolo ha ricevuto una nominations agli oscar,  racconta i giorni di agonia vissuti dalla famiglia King dopo l’incidente con gli sci d’acqua che ha distrutto la vita di Elisabeth, moglie di Matt (interpretato da Clooney), ormai ridotta a un vegetale. Marito indifferente e padre assente, assorbito dalla gestione del trust di famiglia (che controlla un patrimonio enorme di terre vergini nelle Hawaii), Matt dovrà affrontare da solo questa terribile situazione e cercare di recuperare il difficile rapporto con le figlie, la ribelle Alexandra e la piccola Scottie. Durante una discussione con Alexandra, che si rifiuta di andare in ospedale a far visita alla madre, Matt scopre che la moglie aveva un’amante ed era intenzioanta a chiedere il divorzio. La notizia lo travolge e, mentre acconsente ai medici di staccare la spina, dietro volontà della stessa Elisabeth che ha lasciato un testamento biologico, parte con le figlie alla ricerca di questo uomo sconosciuto per affrontarlo e invitarlo a rendere visita a Elisabeth prima che muoia.
Il film affronta con toni mai angoscianti, temi difficili e delicati come il tradimento e il testamento biologico. Se da un lato la cinepresa non esita nel mostrare le conseguenze di un corpo lasciato a morire naturalmente, dall’altro i dialoghi, spesso leggeri e umoristici, sdrammatizzano la situazione e alleggeriscono il contenuto della trama. Il tutto è ambientato nel paradiso terrestre delle Hawaii, territorio ancora magico che regala paesaggi da sogno (è il secondo film in poco tempo che vedo ambientato alle Hawaii; poche settimane fa avevo visto in tv Soul surfers, vera storia di Bethany Hamilton, la surfista, oggi professionista, che a 13 anni ha perso un braccio a causa dell’aggressione di uno squalo proprio al largo di Kauai) che colpiscono l’immaginazione e fanno desiderare di andarci al più presto nonostante la grande distanza.
Impeccabile l’interpretazione di Clooney e di Shailene Woodley (la figlia maggiore, Alexandra King). La regia è quella di Alexander Payne, già autore di capolavori quali Sideways e A proposito di Schmidt.
Il film mi ha fatto riflettere sul tema del fine vita e del testamento biologico.  Tema scottante che ha dato luogo ad accesi dibattiti negli ultimi anni. Proprio ieri, nel corso degli incontri della Milanesiana, manifestazione culturale patrocinata dalla provincia di Milano, sul tema “L’etica del lavoro”, un famoso cardiochirurgo presentava le sue riflessioni sull’accanimento terapeutico nei confronti di malati senza speranza. Anch’io purtroppo mi sono trovata in una situazione così e scegliere non è facile. E non è nemmeno giudicabile una scelta o l’altra. Possiamo solo sperare che un giorno la medicina, come anticipava questo medico, sia sempre più incentrata sul paziente a tutto tondo e porti a valutare quindi  non solo la malattia e le cure in senso stretto, ma anche il livello di vita e le aspirazioni della persona, con una risposta che possa soddisfare al meglio tutti questi aspetti.
E voi cosa ne pensate? Avete visto il film e vi è piaciuto?





mercoledì 11 luglio 2012

Luoghi da visitare: Villa Panza - Varese (e la mostra "Reflections" di Bill Viola)

Domenica sono stata a visitare Villa Panza, a Varese. 

Villa Panza è oggi un bene del FAI, tra quelli secondo me meglio conservati. La villa è stata costruita nella seconda metà del 1700 e poi ristrutturata in epoca neoclassica. Oggi è celebre per la collezione di arte contemporanea che il suo ultimo proprietario, Giuseppe Panza di Biumo, ha raccolto negli ultimi 50 anni, invitando gli artisti più in voga dell’epoca a trasformare le numerose stanze della villa in opere d’arte ambientale. Mentre il piano terra infatti presenta una struttura di abitazione (anche se le sale, riccamente decorate e sontuose, sono ricche di opere d’arte, tra cui i grandi dipinti monocromatici di Sims e Simpson), le stanze del primo piano sono interamente dedicate all’arte e in particolare alle installazioni al neon di Dan Flavin. Non vi dico il tripudio di colori; ogni stanza ha un’installazione e un colore diverso. Bellissimo l’effetto sul corridoio, su cui si affacciano i fasci di luce delle porte; di sotto trovate una foto che ho trovato su internet e che rende l’idea della visione di insieme; ho cercato di scattare qualche foto anch’io ma, essendo vietato e dovendo quindi “agire” in fretta, l’effetto non è dei migliori (qualcuna però sono riuscita comunque a farla....ma non ditelo al Fai:-)!).


Allestimento Dan Flavin 1° piano


Interno

Sky space - James Turrell
Scorcio del parco

La villa dal cortile interno



La villa ospitava poi una mostra temporanea che mi incuriosiva da un po’. L’esposizione di Bill Viola “Reflections”. Non sono un’intenditrice d’arte (e quindi prendete pure qualsiasi mio commento con le pinze), però mi piace andar per mostre e farmi emozionare (o meno) dalle opere, moderne o antiche, poco importa. 






Bill Viola è un artista americano famoso oggi per le sue opere di video arte. Ammetto che, anche se si tratta di video (mi si perdoni il termine poco tecnico) e quindi per certi versi di un mezzo di comunicazione più immediato e vicino ai nostri tempi rispetto alla pittura o alla scultura, la loro interpretazione resta tuttavia difficile ai non esperti. Capita però che alcuni ti colpiscano dritto al cuore e ti costringano a fermarti a osservarli (la durata dei video va dai pochi minuti, all’ora e più), per capire, per riflettere, per immedesimarti. Non vi starò a commentare tutti i video esposti anche perchè alcuni di loro non mi hanno colpita o non li ho proprio capiti (mi scusi il sig. Viola). Però due video in particolare mi hanno trasmesso emozioni incredibili: il video “the darkest side of the dawn”, la registrazione dei minuti precedenti l’alba e di come la luce del sole, in crescendo, dia un significato nuovo al paesaggio circostante in ogni fotogramma, e il trittico di Nantes, che documenta la ricerca dell'autore del significato della vita attraverso concetti esistenziali quali la nascita, la morte e la trascendenza. Quest’ultima opera mi ha colpita molto, al di là della crudezza di alcuni fotogrammi (si vede il momento di un parto e l'agonia di un anziano dal volto sofferente e scarno e gli occhi ormai quasi chiusi). Mi ha fatto riflettere appunto sul cerchio della vita, su questo destino che accomuna tutti gli esseri viventi. Sta tutto lì: si nasce, si vive (più o meno bene) e si muore, e all’inizio e alla fine di questo percorso siamo soli, di fronte a Dio, di fronte alla vita in quanto tale e al nostro percorso.


The darkest side of dawn

Nantes Triptych


Se vi capita di imbattervi in un’esposizione di Bill Viola, vi consiglio di vederla, così come vi consiglio, se non abitate lontano, di visitare Villa Panza a Varese.
Buon inizio settimana a tutti!

mercoledì 4 luglio 2012

Una giornata in campagna

Sabato ho trascorso con alcuni amici una giornata in campagna, nelle Langhe. Un paesaggio da sogno, almeno per me che adoro la natura e le terre collinari in particolare.
La mattina l'abbiamo trascorsa alla fattoria Mura Mura. Avete presente Grom, la gelateria? Ecco, Mura Mura è la fattoria dove vengono coltivati i frutti poi usati nella fabbricazione del gelato.
E' stata una visita molto interessante, che mi ha fatto scoprire un modo diverso di coltivare il terreno, un'agricoltura simile a quella di una volta, più rispettosa della natura e dei suoi ritmi, ma all'avanguardia come tecniche di coltivazione. Uno sforzo che paga: non vi dico che sapore le albicocche colte dall'albero! niente a che vedere con la frutta che troviamo al supermercato.
La persona che ci ha accolto alla fattoria ci ha anche raccontato la bella storia di Grom, un esempio di successo di imprenditoria giovanile. Dalla prima gelateria aperta a Torino, con l'idea di produrre il gelato  più buono del mondo, ai 40 punti vendita attuali, sempre nel rispetto del principio chiave, la scelta degli ingredienti migliori per un gelato più buono. Sentire raccontare questa avventura mi ha fatto venire voglia di comprare il libro che questi due ragazzi hanno scritto, "Grom. Storia di un'amicizia, qualche gelato e molti fiori". Lo recensirò appena letto. 
Dopo il pranzo in un agriturismo vicino, dove abbiamo degustato molti piatti tipici della cucina piemontese (tra cui i plin, la carne all'albese, il bonnet), e dopo aver bivaccato qualche ora nel prato (il caldo e la pancia piena hanno favorito il riposo:-)), abbiamo visitato il castello di Costigliole d'Asti, un bell'esempio di architettura medievale (la costruzione è del 1041), che però negli ultimi anni ha subito parecchi danni pare
a causa di una gestione sbagliata, almeno così ci ha spiegato uno dei responsabili della cultura del comune piemontese. Mentre all'esterno infatti la facciata è integra e ristrutturata nel rispetto della costruzione originaria, all'interno troviamo invece una pavimentazione molto danneggiata, affreschi coperti o scomparsi e uno stato di degrado generale. La buona notizia però è che presto verrà ristrutturato e quindi in futuro riusciremo a vederlo sotto una luce diversa.
Che dire di questa giornata? una sferzata di energia per me! é bello sentire il racconto di storie a lieto fine (Grom), passeggiare nella natura, godere di un paesaggio meraviglioso come quello delle Langhe. Le foto lo possono testimoniare!

Paesaggio

Papaveri e fiordalisi

Campo di meloni

Arnie

Castello di Costigliole d'Asti, facciata esterna

Castello di Costigliole d'Asti, cortile interno




domenica 1 luglio 2012

Quasi quasi cambio vita



Titolo: Quasi quasi cambio vita
Autore. Chiara Micozzi


Ho appena finito di leggere il libro di Chiara Micozzi (Le recensioni di Chiara), "Quasi quasi cambio vita" e mi è piaciuto tantissimo!
Racconta le avventure (e disavventure) di Sabrina, ragazza normale dei nostri giorni, laureata e piena di speranze per il futuro, che un giorno si accorge che qualcosa nella sua vita non va, che forse sta seguendo una strada non sua. Nonostante gli studi in lettere e la grande passione per i libri, si ritrova a lavorare come segretaria in un importante studio notarile, dove però la cosa più interessante che le capiti è di andare a spedire dei documenti in posta. Per fortuna c’è Paolo, il suo fidanzato da quattro anni, e le sue amiche, Chiara e Laura. Ma anche le cose con Paolo non vanno benissimo, nonostante Sabrina cerchi di nasconderlo a tutti incluso a se stessa. Paolo è distante, esce spesso senza dare spiegazioni, non aiuta in casa, non partecipa alla vita della sua compagna. Da due mesi non fanno l’amore e quando Sabrina si decide a confessarlo alle sue amiche, loro la mettono in guardia: questa cosa non è normale e Sabrina deve fare qualcosa per riconquistarlo ed evitare che il loro rapporto si esaurisca.
Una sera a cena Sabrina cerca di far ingelosire Paolo, mettendo in scena atteggiamenti sexy con Christian, il miglior amico di Paolo, che Sabrina in cuor suo ha sempre detestato. Ma l’alcol ci si mette di mezzo e la serata si trasforma in un mezzo disastro: Paolo non si ingelosisce e Christian approfitta della vulnerabilità di Sabrina per provarci con lei! Sì, decisamente qualcosa non sta andando nel verso giusto e quando, qualche giorno dopo, rientrando a casa prima del previsto, trova Paolo a letto con un’altra, Sabrina capisce che la sua vecchia vita è arrivata al capolinea e nulla sarà più come prima.
Saranno un viaggio a Berlino con le sue amiche del cuore e la scoperta di un negozio speciale nella città tedesca a far scattare qualcosa in Sabrina, che troverà finalmente la forza di gettarsi alle spalle il passato e iniziare a fare ciò che ha sempre desiderato. Magari in compagnia di un nuovo amico…
E’ un libro molto scorrevole che si legge velocissimo, le ultime pagine le ho divorate camminando per strada, cosa che non faccio maiJ!!
Come non immedesimarsi in Sabrina? Sarà il particolare momento della mia vita, ma io mi sono ritrovata spesso a pensare “ma che ci sto facendo qui”, “cosa voglio veramente dalla vita”, e così via, le stesse domande che Sabrina si pone nel corso del romanzo.
Chiaretta complimenti! Hai detto di aver scritto il libro d’un fiato e di non averlo riletto. Devi continuare assolutamente a scrivere perché riesci a trasmettere tante emozioni e a parlare al cuore delle persone.

Consiglio questo libro a tutti!

lunedì 25 giugno 2012

Cambiar vita

Sto leggendo il libro di Chiara Micozzi, "Quasi quasi cambio vita" (lo recensirò appena terminato:-))) e mi trovo spesso e volentieri ad immedesimarmi nella protagonista e a chiedermi se sono davvero contenta di quello che sto facendo o se invece non sto cercando e non voglio qualcosa di diverso.
Baz Lurhmann nella sua "Sunscreen" diceva che "some of the most interesting 40 year  olds I know still don’t [know what they want to do with their lifes. ndr]". Ecco io faccio parte di questa categoria, non perchè sia una persona molto interessante (:-))), ma perchè mi chiedo spesso se sto facendo le scelte giuste e ancora più spesso mi dico che vorrei cambiare tutto, ricominciare da capo, riprendere in mano le redini della mia vita, che ultimamente si sono un po' allentate, e concentrarmi un po' su di me.
Seguire la propria strada, che può essere molto diversa da quello che si sta facendo, implica però una grande dose di coraggio e di forza interiore che non so ancora se possiedo o no. Bisogna trovarsi in difficoltà per fare uscire il leone che c'è in noi oppure c'è un modo meno traumatico?
Olivia  di Diario di una single sotto copertura in un suo post di qualche settimana fa si poneva gli stessi interrogativi.
E voi siete contenti della vostra vita o state cercando qualcosa di diverso? Avete o avete avuto il coraggio di seguire le vostre aspirazioni?
Sono curiosa di sentire le vostre storie; nel frattempo vi lascio con una poesia di Robert Frost che mi piace tantissimo "La strada non presa":

 
LA STRADA NON PRESA 
Due strade divergevano in un bosco d’autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,
essendo un sol viaggiatore, a lungo indugiai
e ne fissai a lungo una, più lontano che potevo
fino a dove si perdeva nel sottobosco.
Poi presi l’altra, che era buona ugualmente
forse con pretese migliori,
e forse sembrava messa meglio,
perché era erbosa e meno calpestata;
sebbene in realtà le tracce fossero uguali in entrambe le strade.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito.
Oh, mi riservai la prima per un altro giorno,
anche se, sapendo che una strada porta verso un’altra strada,
dubitavo sarei mai tornato indietro.
Questa storia racconterò con un sospiro
da qualche parte, tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io…
io presi la meno battuta,
e di qui ogni differenza è venuta.
Robert Frost (1916)