venerdì 14 gennaio 2011

W il cashmere (anche se lo portano - o no? - alcuni nostri politici)!


Sapete cos'è?

E' una capra hircus. Non vi dice niente questo nome?

E' la capra dal cui pelo viene tessuto il prezioso cashmere. Il nome del tessuto viene dalla regione in cui vive solitamente questa capra, cioè il Kashmir, anche se recentemente sono nati molti allevamenti anche in Italia, soprattutto nel Centro (una volta, dopo una puntata di Linea Verde in cui si parlò appunto di uno di questi allevamenti in Toscana, ho cominciato a pensare che acquistare un paio di capre hircus da tenere in giardino potesse essere un ottimo investimento, soprattutto per il consumo personale!).
Ma torniamo al nostro caro filato cashmere. Ebbene sì, lo confesso, io sono un'addicted del cashmere. Da quando ho comprato il primo maglione , una decina di anni fa, non posso farne a meno. Accarezzare un maglione di cashmere è come accarezzare un gattino che fa le fusa; è morbido e trasmette calore. Ogni anno investo in almeno 3 maglioni di cashmere e nel mio armadio a poco a poco sono spariti i maglioni di lana "normale". Lo so, il cashmere costa, ma se si aspettano i saldi si può risparmiare almeno il 20 o 30%.

La sua morbidezza deriva dal fatto che viene utilizzata la peluria inferiore che protegge l'animale dagli sbalzi termici, attraverso un delicato lavoro di pettinatura che viene fatto in primavera. Potete immaginare che di pelo se ne raccoglie ben poco rispetto alla normale tosatura, di qui il prezzo più elevato. Ma vi assicuro che una volta provato non potrete farne a meno e sarete disposti a spendere anche molto di più per fasciarvi e coccolarvi nel più morbido filato esistente. 

Buon cashmere a tutti!!!

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